Ristorante Locanda Cacciatori, immerso nel verde alpeggio di Esino Lario, con vista sul lago di Como

 
le escursioni

Il lago di Como è noto per le numerose ville e castelli che vi si affacciano e per i monti che lo circondano offrendo numerosi spunti per gite e passeggiate a piedi o in mountainbike.

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Le specialità

Si inizia con i sapori intensi dei salumi nostrani, cacciatorini, mortadella di fegato, salame cotto, crostone di lardo e miele al pepe nero, bresaola equina, salamini di selvaggina; si continua con formaggi freschi accompagnati da conserve sott'olio.

Come primi regnano i Pizzoccheri e le Manfrigole di grano saraceno con fonduta. Non mancano paste fresche fatte in casa al sugo di selvaggina come le tagliatelle al ragù di cervo o le pappardelle al sugo di lepre. Per i palati più leggeri si consiglia la sfogliata di radicchio fresco.

“Cacciatori” per tradizione prepara, secondo le antiche ricette di famiglia, piatti di selvaggina con contorno di polenta rustica, taragna e veneta. L’accompagnano stinchi di maiale aromatizzati con le erbe di montagna al forno, la tipica cassoeula, il brasato d’asino. In alternativa molto apprezzata è la tagliata di manzo al sale grezzo o agli aromi ed i taglieri di formaggi con miele millefiori di produzione propria e marmellate di frutti di bosco.

Per concludere alcuni dolci fatti in casa, torta di mele dello chef, soffice di noci con zabaione caldo, crostate ai frutti dimenticati, budino al cioccolato e amaretti o alla menta.

I nostri Piatti

Patole, i ravioli di sant' Antonio


Il 17 gennaio Esino si riempie di persone che degustano i ravioli di S. Antonio.
Ecco la loro storia...
Quando S. Carlo Borromeo (cardinale della Diocesi di Milano) visitò Esino nel 1565 le due chiesette di Esino Superiore e quella di E. Inferiore erano cadenti e mal messe. Diede l'ordine di rifarle. Iniziò allora una gara tra i due gruppi di abitanti. Mentre che per la chiesetta di S. Giovanni (E. Inferiore) non si sopraelevarono che le fondamenta già esistenti, per quello di S. Antonio la restaurazione fu fatta con intendimenti vasti: furono fatte fondamenta nuove e più ampie cosicché ne risultò una Chiesa migliore di molte parrocchiali. Nel 1611 la chiesetta di S. Giovanni fu terminata, mentre la chiesetta di S. Antonio fu terminata nel 1628. Per festeggiare l’ultimazione della chiesetta il 17 gennaio, S. Antonio, gli abitanti di E. Superiore, pur avendo “perso” la gara, invitarono un loro compaesano, un certo Antonio Bertarini che era emigrato in Toscana di professione pastaio. Questi venne a Esino con una bottiglia di anice e una scatola di biscotti amaretti. Con gli ingredienti esistenti in quel periodo: latte, burro, pane, uova, farina bianca, salvia, impasto delle salsicce, anice e biscotti amaretti, fece dei ravioli, e come si usava allora tra le popolazioni povere, con la pasta spessa e poco ripieno. Al loro consumo gli abitanti di E. Superiore invitarono gli abitanti di E. Inferiore. Oggi la tradizione si è allargata e si invita chi si vuole. Solo dopo il 1800/1810, con l’introduzione nella nostra provincia delle patate per merito dello scienziato A. Volta, la pasta di farina del raviolo originale divenne, per una questione economica e riempitiva a base di patate e tali ravioli vennero chiamati “patole”. Per cui le patole con la sfoglia fatta principalmente di patate non sono gli originali ravioli fatto la prima volta nel 1628, ma un adattamento ai prodotti locali più economici. Un inciso storico; ci sono voluti 300 anni per far accettare nella nostra provincia la coltivazione delle patate e dei pomodori provenienti dall’America.
Fonte: Calendario Gastronomico 2009 di Esino Lario